CHEVALIER, UN CONDENSATO DI TESTOSTERONE E SURREALISMO
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DOPO AVER PARTORITO IL SORPRENDENTE E SURREALISTA ATTENBERG (2010) E DOPO LA PARENTESI INCANTATA DI THE CAPSULE (2012), HUIS CLOS TUTTO AL FEMMINILE, MISTERIOSO E INQUIETANTE DAL TOCCO SM, LA REGISTA GRECA ATHINA TSANGARI CI STUPISCE NUOVAMENTE CON CHEVALIER, SORTA DI FRIENDS PERVERSO IMPREGNATO DI SEDUCENTE CINISMO
Ci troviamo nel bel mezzo del Mar Egeo, sei uomini si dilettano nella pesca subacquea. Un lussuoso yacht li ospita e fa da scenario ad un crescendo di scene “virili” dall’elevato tasso di testosterone. La competizione raggiunge il parossismo nel momento in cui decidono di cominciare un “gioco” dal quale sarà impossibile fuggire.
Le regole sono semplici ma è altrettanto semplice romperle, in una sorta di lotta all’ultimo sangue dove tutto è permesso: analisi del sangue, playback in falsetto o ancora valutazione minuziosa del comportamento a tavola . Ogni dettaglio della loro vita è sezionato, analizzato e giudicato. L’apparente legame di amicizia che sembra unire i nostri sei eroi si sgretola poco a poco lasciando il posto ad una rivalità pervasa dall’emoglobina. Il premio per il vincitore, per il maschio più “perfetto” e virile sarà l’anello della vittoria: il Chevalier.
L’ultima fatica della nostra eroina greca è un ritratto senza pudori dell’uomo contemporaneo: insicuro (anche se apparentemente invincible), virilmente agressivo (anche se intimamente fragile) e ossessivo (un vero e proprio control freak sociale). Un condensato di verità che vorremmo dimenticare o per lo meno che preferiremmo tenere nascoste, accuratamente filtrate attraverso i social network, sorta di vetrina virtuale che mette in scena solo ed esclusivamente i nostri pregi e i nostri successi. Una gara spietata all’ultimo “like” dove l’apparenza conta indubbiamente più dell’essere.
Con il suo ultimo lungometraggio Athina Tsangari mette in scena un universo maschile tetanizzato dal panico da prestazione, dalla necessità di essere sempre “il migliore”. L’unica cosa che conta è vincere, sempre e comunque.
Le sfide lanciate possono essere apparentemente banali (montare nel minor tempo possibile una libreria Ikea) oppure indecentemente intime (chi avrà la miglior erezione?), sorta di barometro dell’ipotetica “coolitudine” umana. Chevalier propone un universo fatto di assurdità senza freni, di situazioni al limite dell’assurdo che diventano però, grazie allo sguardo acuto e irriverente di Athina improvvisamente razionali e logiche.
I comportamenti sociopatici e a tratti patetici dei nostri eroi del Mar Egeo si dissolvono nell’universo finzionale della nostra regista greca fino a diventare limpidamente verosimili. Lo spettatore è totalmente libero di interpretare gli atteggiamenti dei protagonosti che possono apparire al contempo: irritanti, commoventi o osceni. Il legame che li unisce rimane un altro grande mistero del film, così come il motivo che li ha spinti a partire in vacanza insieme. Tutto è deliziosamente sfuocato e permeabile, sorta di universo parallelo fatto a bivi dove il finale rimane aperto.
Un film terribilmente realista dallo humor irresistibile.